Siamo a Mumbai, nello slum di Annawadi. Zehrunisa, la protagonista del libro “Belle per sempre” di Katherine Boo, vede su un muro scrostato dell’aeroporto di Mumbai la pubblicità di una marca di piastrelle italiane: le “Belle per sempre”. «Era qui – si legge nel libro – che Zehrunisa voleva una casa più igienica, per garantire la salute dei suoi figli. Voleva piastrelle di ceramica sul pavimento, come quelle pubblicizzate nei cartelloni delle Belle per sempre, piastrelle che poteva pulire, invece di cemento crepato che si riempiva di sporco in ogni fessura». Le piastrelle in ceramica, dunque, percepite, anche nei sogni di una donna che vive in uno slum indiano, come il materiale più igienico per garantire la salute dei figli.
La ceramica, materia così antica e così moderna, garantisce da secoli l’igiene: così l’uomo la usa fin dall’antichità per cibarsi, per mescere acqua e vini, per contenere l’acqua in bacili in cui lavarsi e curare l’igiene del corpo.
Oggi, con l’innovazione tecnologica e l’ingegneria dei materiali, è diventata ancor più performante valorizzando ulteriormente le caratteristiche chimico, fisico e meccaniche di base del prodotto.
L’igienicità della ceramica è così quotidiana nella vita dell’uomo da essere data per scontata, ma lei, la ceramica, con le sue superfici lavabili, è accanto a noi ogni giorno, svolgendo il suo compito di accudimento della nostra persona con costanza e umiltà, senza deluderci. Mai.